A Elizabeth Street era un tripudio di siciliani. Cumpari Turiddu ricorda ancora con nostalgia Donna Peppina, una vecchia nobildonna originaria di Ramacca, che aveva dato alla nonna la ricetta della “pasta co’maccu”. Lei la preparava il giorno di San Giuseppe, com’era usanza “du paisi”.

Una vera Sophisticated Lady”, proprio come quella descritta nella canzone di Duke Ellington. Ancora oggi Cumpari Turiddu, al suono della voce di Billie Holiday, si commuove ricordandola.

Sophisticated Lady è un brano “standard jazz”. Composto nel 1932 dal celebre compositore americano, probabilmente è uno dei suoi pezzi più conosciuti ed eseguiti.

Le parole furono aggiunte dopo da Irving Mills e Mitchell Parish. Ellington disse che il testo era meraviglioso ma non del tutto aderente alla sua idea originale.

Egli, infatti, raccontò di essersi ispirato alle sue maestre delle scuole elementari che “d’inverno insegnavano e d’estate andavano in giro per l’Europa”. Per un bambino di colore nato a Washington nel 1899 era il massimo dell’eleganza.

Nel testo di Mills e Parish si parla invece di una donna che vive una vita mondana lussuosa ed elegante, ma che è segretamente infelice.

Nella versione cantata da Billie Holiday, la preferita di Cumpari Turiddu, il testo assume una forza straordinaria: ogni singola parola della canzone assume una sfumatura più incisiva.

Perché lei è l’unica “Lady del blues”. Lei che nonostante un’infanzia molto travagliata e dopo aver subito ogni tipo di violenza, si rifiutava di ricevere le mance dai clienti prendendo, come facevano tutte, le banconote tra le cosce.