La nonna di Cumpari Turiddu la chiamava “a signurina du mari”. E lui se lo ricorda bene perché, prima di tornare in Sicilia, della spatola aveva solo sentito parlare.

Un giorno alla pescheria di Catania, fra i banchi, eccola lì: lunga lunga e argentata. Nel vecchio ricettario pochi ingredienti da associare: pangrattato, prezzemolo, aglio, olio.

È nato così, da un ricordo lontano, uno dei piatti, oggi, più apprezzati del Cumpari.

L’involtino di pesce spatola con pane profumato al limone, patate schiacciate e verdurine “stimpirate” è un piatto che ha dato a Cumpari Turiddu molte soddisfazioni, prima fra tutte una menzione nella celebre Guida Michelin.

La ricetta trae ispirazione dalla tradizione culinaria messinese dove questo pesce è il protagonista di molte ricette.

La spatola ha una carne magra, digeribile e dal sapore delicato. Non è una specie bersaglio, la sua cattura è complementare a quella di altre specie, tranne che nello stretto di Messina, dove alcuni pescatori si sono letteralmente specializzati.

Gli “spadulari”, che tramandano il loro sapere da padre in figlio, hanno delle imbarcazioni particolari, munite di grosse vasche refrigerate per evitare che la livrea argentea si stacchi. Solo gli esemplari appena pescati la mantengono: la freschezza, infatti, si vede nel colore vivo della pelle, dell’occhio e dalla compattezza delle carni che non devono rompersi facilmente.

La carne è compatta, molto bianca con sfumature rosate, è un pesce con poche spine, e la sua lisca si separa facilmente dalla pelle, per questo piace tanto anche ai bambini.

Cumpari Turiddu associa a questa carne delicata al gusto morbido delle patate bollite e al sapore fresco delle verdure stemperate con l’aceto: un piatto leggero ma completo, capace di soddisfare anche i palati più esigenti.