Questo dolce siciliano è una ricetta originale delle suore cistercensi del Monastero di Santo Spirito di Agrigento. Un segreto da sempre custodito tra le mura dell’antico convento, tramandato nei silenzi della clausura.
Cumpari Turiddu ha però scoperto cosa rende celestiale questo speciale cous cous e non vede l’ora di farvelo assaggiare. La ricetta rivisitata è un impasto delicato di semola, pistacchi di Bronte, cannella e… ingredienti da scoprire un morso alla volta. Proprio come fece Turiddu tanti tanti anni fa.
Dalla Tunisia alla Sicilia: un viaggio tra sacro e profano
Questa ricetta dalle origini antiche, che ha regalato a Turiddu anche una segnalazione nella Guida Michelin, intreccia la sua storia con quella del bellissimo monastero medievale nel centro storico del capoluogo siciliano.
Una storia che ha inizio con Donna Mardisia Prefolio, nel 1295, che lo istituì per un nobile scopo: insegnare alle giovani ragazze l’arte del cucito e del ricamo.
Per il Convento e le suore, però, la strada fu sempre tutta in salita tra ordini di soppressione e varie peripezie. Tanto che, al giorno d’oggi, questo è l’unico ordine cistercense sopravvissuto in Sicilia.
Le monache nei secoli si sono sempre date molto da fare per provvedere al proprio mantenimento. Fedeli al programma “Ora et Labora” hanno intrapreso una serie di attività: un asilo, un orfanotrofio, un laboratorio di ricamo e anche un pensionato.
Il segreto del loro successo: le donne di servizio e la pasticceria
Ma sono passate alla storia soprattutto per la loro predisposizione alla pasticceria, i loro dolci sono famosi in tutto il mondo, specialmente il cous cous dolce, che sembra aver origini tunisine. Erano infatti di questa nazionalità le donne di servizio che nel XIV secolo si occupavano delle suore appartenenti alle famiglie nobili del Monastero.
La tradizione di questo dolce è così forte che le monache ancora oggi lo preparano in grandi pentoloni di terracotta con pistacchi, frutta candita, cioccolato e tante piccole segretissime delizie.
Le suore ormai sono solo sette, due giovani e cinque molto anziane. Due in particolare, più che ottantenni, si dedicano esclusivamente alla dolceria. Solo loro conoscono la ricetta alla perfezione. Per far sì che rimanga segreta oltre a un’ostinata gelosia dei loro segreti le monache sono legate dal voto di stabilità. Chi arriva al convento non può più lasciarlo per trasferirsi altrove.
Solo le anziane decideranno quando cedere il segreto alle più giovani, la prossima destinataria sarà la nuova madre badessa, poco più che quarantenne.