Il sole cocente, il brusio delle cicale, i gabbiani a mezz’aria sopra il mare in lontananza. Tutto attorno l’erba ormai ingiallita dei pascoli ragusani nei quali il nonno del piccolo Turiddu, al tempo bambino, amava correre insieme a suo cugino Ninuzzu, durante la transumanza estiva del rumoroso gregge di asinelli di suo zio Tano. 

Come ogni anno, il piccolo nonno Turi non vedeva l’ora che venisse luglio per trasferirsi due settimane nel casolare degli zii e poter trascorrere del tempo in compagnia dei suoi i parenti più stretti, dando “lezioni” di stummula e mazza ai suoi cugini, e una mano ai più grandi ovunque ne avessero bisogno. 

Degli asini sapeva tutto, come preparargli la stalla, dove e cosa fargli mangiare, come tagliargli gli zoccoli e addirittura come mantenere i loro denti sani e “smagliati”. L’unica cosa che non riusciva a controllare era la malinconia che lo assaliva quando al termine delle due settimane faceva ritorno a casa.

Una sensazione che riaffiorava nella sua memoria ogni volta che, trasferitosi in America, incrociava lo sguardo di qualche piccolo ciuco carico di cibo o cianfrusaglie, fermo agli angoli delle strade in attesa che il suo padrone portasse a termine i propri affari.

Un amore e un‘attenzione che vengono da lontano e che ancora oggi è possibile ritrovare in ognuno dei prodotti d’asino ragusano presenti nel menu di Me Cumpari Turiddu; genuinità d’altri tempi realizzate nel pieno rispetto della sanità e del ciclo di vita dell’animale. Come il salame, la mortadella o la delicatissima bresaola, chicca per pochi, difficile da reperire o assaporare al massimo della sua eccellenza soprattutto se chi la offre non possiede una profonda conoscenza di modalità e criteri di lavorazione della carne.

Squisitezze che vi invitiamo ad assaggiare negli accoglienti ambienti dei nostri bistrò e ristorante, per rivivere i sapori e le sensazioni di una Sicilia lontana che da anni Me Cumpari Turiddu si impegna a mantenere viva.

Vi aspettiamo.